
Federico Babina è architetto, illustratore e graphic designer o, meglio, architetto con la passione per l’illustrazione e illustratore innamorato dell’architettura. Per i 40 anni di EdilPiù, nel 2021, ha realizzato presso la Rocca di Lugo l’installazione Lunette, un micro-progetto composto di finestre a ogni altezza e di diverse dimensioni, per aprire sguardi verso l’esterno o vedere, dentro e attraverso gli spazi, cornici e confini, limiti e passaggi. A cinque anni dall’inizio del progetto, riproponiamo alcune illuminanti riflessioni di Babina da una lectio magistralis del 2020 sulla creatività transdiciplinare e il simbolismo dietro gli elementi architettonici. Anche i più semplici e funzionali come la finestra.
Architettura e illustrazione: un dialogo continuo
Mi affascina quando architettura e illustrazione si incontrano. Sono due linguaggi visivi che si sovrappongono e si raccontano a vicenda. Per me, il disegno è il primo strumento per dare forma alle idee. Seguendo il pensiero di Bruno Munari, cerco sempre la semplicità: togliere il superfluo per arrivare all’essenza. Non credo nell’ispirazione improvvisa, ma nel lavoro costante e quotidiano. Quando inizio un’illustrazione ho un’idea chiara del risultato, ma non so esattamente il percorso per raggiungerla. La mia base è l’architettura, ma i miei progetti sono un incrocio tra discipline.
Artist: ritratti architettonici
Nel progetto Artist (27 immagini più 3) ho rappresentato artisti del Novecento come architetture. Non immagino la casa che potrebbero abitare, ma costruisco un ritratto che esprima la loro estetica e linguaggio artistico. Sono painting projects, raccolti in serie, ognuno sviluppato come rilettura visiva dell’artista. Non scelgo i miei preferiti, ma quelli che stimolano il mio processo creativo.
Archimusic: la musica come spazio costruito
Con Archimusic ho voluto fondere musica e architettura. È stato più difficile, perché la musica è astratta. Ho ascoltato i brani, selezionando quelli più rappresentativi e ho cercato di tradurli in immagine. La grafica delle copertine discografiche mi ha aiutato a sintetizzare. Le illustrazioni poggiano su un pentagramma e contengono riferimenti visivi al brano rappresentato. Uso geometrie, colori e sequenze cromatiche per restituire la struttura musicale. Vedo un legame forte tra musica e architettura: pieni e vuoti, note e silenzi, sono entrambi regolati da logiche matematiche. Il silenzio, come in 4’33” di John Cage, ha lo stesso valore dei vuoti in uno spazio costruito.
Cinema e architettura: scenografie illustrate
Ho realizzato due serie legate al cinema. La prima rappresenta gli edifici e le scenografie più iconiche di film celebri che altro non sono che spazi narrativi in cui lo spettatore può entrare. Le scenografie, come l’architettura, sono contenitori di storie. Nella seconda serie (archidirectors.com) ho illustrato i registi come architetture animate, accompagnate dalla composizione musicale originale di Elisabetta Raspall che cambia in base alla personalità del regista.
Pareidolia e ritratti: l’arte dentro l’artista
Nel mio secondo progetto sull’arte ho cercato di rappresentare gli artisti attraverso elementi presenti nelle loro opere. Utilizzo la pareidolia – la tendenza a riconoscere tratti somatici in forme casuali – per trovare elementi umani (occhi, bocche, nasi) all’interno delle loro creazioni. Credo che ogni artista sia, in parte, fatto della sua arte.
Archiwindow: le finestre come occhi dell’architettura
Con Archiwindow ho esplorato il tema della finestra come dettaglio architettonico fondamentale. Le finestre sono come occhi: dall’interno incorniciano il paesaggio, dall’esterno rivelano qualcosa di chi vi abita. In ogni illustrazione compare in controluce la sagoma dell’architetto, nascosta dietro la finestra. Questo progetto mi ha portato alla collaborazione con EdilPiù.
Lunette: l’architettura della soglia
Da Archiwindow è nato Lunette, un progetto che immagina un’architettura fatta solo di finestre. Le finestre sono soglie. Come i diaframmi di una macchina fotografica, regolano la luce che è ciò che disegna gli spazi. “Lunette” significa occhiali, feritoie, oblò: tutti elementi legati al vedere. Ho creato una piccola architettura, a metà tra un diorama e uno spazio da esplorare, dove chi entra può osservare il mondo filtrato da finestre diverse, come se ogni apertura fosse un quadro. Ho lavorato anche sul concetto di porta, realizzandone una con un grande buco della serratura: anche questa è una soglia, un passaggio che introduce a un’esperienza o a una sorpresa. Per me, un buon progetto architettonico è proprio questo: un dono inaspettato.
[Leggi un’intervista a Federico Babina sul tema della soglia: https://www.edilpiu.eu/2021/01/13/la-forma-delle-idee/]



Gianluca Gasperoni