Tracce dell’abitare – IV – Iannis Xenakis

Tracce dell'abitare

IV – Le regole dello spazio

a cura di Gaia Dallera Ferrario e Lorenzo Palmeri

“Musica e architettura sono arti che non hanno bisogno di imitare le cose; sono arti in cui materia e forma hanno tra loro un rapporto più intimo che altrove; l’una e l’altra si rivolgono alla generale sensibilità. Entrambe ammettono la ripetizione, mezzo onnipotente; entrambe ricorrono agli effetti fisici della grandezza e dell’intensità…”
em>
Iannis Xenakis

Xenakis è stato uno degli esponenti più radicali e incisivi delle avanguardie musicali del ‘900.
Personaggio eclettico, è stato membro della Resistenza e, impegnato nella lotta per l’indipendenza della Grecia, venne più volte imprigionato fino alla condanna a morte nel 1947. Fuggiasco si trasferì in Francia ove ebbe l’opportunità di collaborare, come architetto e ingegnere, con Le Corbusier. Parallelamente studiò musica presso il Conservatorio di Parigi, avviando una ricerca interdisciplinare, sintesi di scoperte in vari campi del sapere umano. In particolare la matematica fu per Xenakis una via di esplorazione del mondo, di studio di forme e di regolarità, nonché una modalità per descrivere il caos e l’entropia. Si dedicò a lungo al binomio musica-architettura sia da un punto di vista pratico che di ricerca, introducendo nuovi elementi teorici come il concetto di musica simbolica e masse musicali.

Quando, nel 1956, la Philips Corporation contattò Le Corbusier perché progettasse, per scopi pubblicitari, il Padiglione per l’Esposizione Universale di Bruxelles, Xenakis aveva già prodotto “Metastasis” (1953-1954), composizione per orchestra derivata da precise corrispondenze fra elementi geometrici dello spazio e suoni. Su questa premessa venne concepita la prima architettura multimediale della nascente era elettronica. Il Padiglione Philips, secondo l’indicazione della direzione artistica dell’azienda, doveva accogliere uno spettacolo fatto di luci e suono che potesse illustrare la direzione intrapresa dal progresso tecnico. Il risultato fu un edificio costituito da superfici rigate, trasposizione dello spartito di “Metastasis”, sulle cui pareti interne venne proiettato il “Poeme Electronique” dell’artista Edgar Varése: una composizione di suoni, immagini, luci e laser.

Il Padiglione Philips nacque intorno alla musica, perciò il suo volume venne progettato al fine di valorizzare il suono dei singoli strumenti (in tal caso elettronici) e dialogare con l’utente sia visivamente che acusticamente. Le pareti stesse, riflettendo luci e note, avevano funzione di accompagnare le persone, stimolando sensazioni diverse; la pianta stessa della struttura (con la sua forma a “stomaco”) suggeriva il percorso migliore al fine di avere una comprensione completa ed esaustiva del lavoro musicale di Varése. In ambito musicale Xenakis si dedicò successivamente alla composizione armonica su precise regole matematiche finché, la strada della sperimentazione, si aprì alle nuove prospettive della tecnologia. Fu uno dei primi a utilizzare l’informatica ed il calcolatore per la composizione musicale, da “Orient-Occident” (1960) fino a “La Légende D’Eer” (1977), compiendo un’avanzata ricerca nel campo della commistione fra elettronica e strumenti acustici, esplorando il vasto universo delle variazioni di densità sonora, rapportata alla densità materica o spaziale.

Celebri anche le sue opere multimediali, i “Polytopes”: installazioni architettoniche effimere, nate dall’interazione di volumi, luci, nuove tecnologie e immagini proiettate. In queste spettacolari rappresentazioni, coinvolgenti tutte le sfere della percezione, lo spazio architettonico era concepito per contenere in posizioni stabilite altoparlanti e proiettori di luce che interagissero tra loro e le cui emissioni fossero diffuse dalle pareti interne, generando differenti effetti sul pubblico rispetto alla sua casuale distribuzione.
Figura singolare di uomo e di compositore, Xenakis ha saputo trarre, dalla sua formazione tecnica, la propulsione per scrivere una molto moderna e originale le cui logiche armonico-estetico-formali sono generate da paradigmi architettonici.

Pin It on Pinterest