Rigenerare il centro storico con accoglienza

L’Albergo del Cuore è un progetto di rigenerazione urbana e architettonica nato nel cuore di Ravenna, lungo via Rocca Brancaleone, tra il centro storico e la Darsena, nuovo polo culturale cittadino. Realizzato tra il 2022 e il 2024 su progetto di Officina Meme Architetti, fondato dalle architette Maria Cristina Garavelli, Lara Bissi e Cristina Bellini, ha trasformato l’ex-albergo Cherubini in una struttura inclusiva, sostenibile e accogliente, pensata per favorire socialità e senso di comunità. L’obiettivo è stato rendere accessibile a tutti un edificio storico, rigenerando al contempo il contesto urbano e valorizzando la cultura dell’ospitalità come strumento di coesione sociale.
Il progetto si fonda su una lettura attenta del contesto ravennate, caratterizzato dalla tipologia edilizia a schiera che definisce la cortina storica di via Rocca Brancaleone. La facciata storica è stata restaurata conservando materiali e finiture originarie, mentre il fronte interno è stato reinterpretato con una pelle architettonica in bamboo, ventilata e materica, capace di migliorare comfort ed efficienza energetica. La corte, trasformata in giardino interno, diventa il cuore verde dell’albergo: un luogo di incontro e benessere, ma anche di equilibrio bioclimatico. Gli spazi comuni al piano terra, aperti e trasparenti,
favoriscono la continuità tra città e struttura. Alcuni ambienti sono destinati a funzioni pubbliche, come una piccola bottega di prodotti locali o un’area ristoro, per ampliare la fruizione e rendere l’Albergo del Cuore un punto di riferimento urbano.
“La facciata principale su via Rocca Brancaleone”, spiega Maria Cristina Garavelli, “è stata oggetto di un intervento conservativo: abbiamo sostituito solo gli infissi, rispettando i principi del restauro e garantendo sicurezza ed efficienza energetica. La volontà era preservare la memoria materica dell’edificio ma anche creare una continuità visiva verso la corte. Per questo il nuovo ingresso vetrato è stato arretrato, mantenendo il portone ligneo originale restaurato e introducendo uno spazio filtro che accoglie il visitatore. Quando l’albergo è aperto, dalla strada si può traguardare fino al giardino: la trasparenza diventa elemento di rigenerazione urbana”.
“La soglia tra interno ed esterno ha un ruolo centrale nel progetto di accoglienza. Abbiamo trasformato il cortile in una corte-giardino, un piccolo paesaggio domestico che unisce la dimensione storica con quella conviviale. La veranda, completamente vetrata e apribile, elimina ogni barriera fisica e percettiva, migliorando comfort e fruibilità in ogni stagione. In inverno favorisce l’apporto solare e la luce naturale, mentre in estate, insieme alla vegetazione e alla pelle in bamboo del fronte ovest, contribuisce a ridurre il surriscaldamento e l’isola di calore. È un approccio che unisce sostenibilità ambientale e qualità percettiva, dove luce, verde e materiali naturali diventano strumenti di inclusione e benessere”.