Scoperte e vagabondaggi urbani
in Arti

L’estate è il momento perfetto per rallentare e guardare la città con occhi nuovi. Quando le strade si svuotano e i ritmi si fanno più lenti, anche l’architettura dimenticata può finalmente raccontarsi. Forgotten Architecture nasce proprio così: come una guida alternativa alla città, per curiosi e appassionati che hanno voglia di riscoprire i luoghi intorno a sé. Dietro al progetto c’è Bianca Felicori, architetta e ricercatrice, che partendo da una ricerca universitaria su Zipser di Marcello D’Olivo, chiamato “ecomostro” dai gradesi, si è trovata a dare forma a un movimento collettivo: “Era un genio matematico”, racconta Felicori; “disegnava a partire da curve sinusoidali. Nessuno ne parlava. Da lì, l’urgenza di raccontare ciò che è stato dimenticato”.

[leggi l’intervista completa: https://edilpiu.eu/2021/12/23/forgotten-architecture-bianca-felicori/]

Da community a progetto culturale
Dai primi post su Facebook nel 2019 Forgotten Architecture è oggi un archivio partecipato, una pagina Instagram, un libro per Nero Editions, un documentario e un progetto di tour. Grazie alla collaborazione con Proviaggi Architettura e al supporto di Edilpiù, si è trasformato in una serie di visite guidate in quattro architetture dimenticate. “L’idea è recuperare progetti di architetti poco noti e opere lasciate nell’ombra dei maestri”, continua Felicori, “approfondire figure ‘minori’ e unire diverse formazioni in Storia dell’Architettura per integrare il percorso universitario”. Forgotten Architecture non è solo un’iniziativa accademica o nostalgica: è un gesto collettivo, partecipato, libero, dove la memoria diventa bene comune. In un tempo in cui tutto si può dimenticare,l’iniziativa si prende cura della memoria, passo dopo passo, edificio dopo edificio.

Quattro architetture da non dimenticare
Il tour organizzato con Proviaggi Architettura ha portato in quattro luoghi unici, alcuni mai aperti prima al pubblico. A Milano, la Casa di Arnaldo Pomodoro, progettata nel 1968 da Ettore Sottsass. Non una casa vera e propria ma uno spazio ibrido e metropolitano per ricevere amici e clienti, leggere e telefonare. Un ambiente senza memorie, pensato come estensione della vita urbana. A Modena, la Casa Mescoli-Goich, progettata da Cesare Leonardi tra il 1984 e il 1993. Qui l’architettura diventa dialogo tra arte, fotografia e design sperimentale. A Torino, lo studio dell’artista Ezio Gribaudo, progettato nel 1954 da Andrea Bruno. Un volume geometrico in cemento armato a vista, tagliato da grandi finestre e dominato da una scala-libreria scultorea, perfetta fusione tra architettura e arte. Infine, a Fregene, la leggendaria Casa Albero, progettata nel 1968 da Giuseppe Perugini, Uga De Plaisant e Raynaldo Perugini. Un laboratorio domestico, immerso nella natura, dove la sperimentazione non si ferma mai. Accanto, una sfera abitativa di 5 metri: la “palla”, esempio radicale di abitare alternativo.

[Scopri gli edifici: https://edilpiu.eu/2021/04/30/forgotten-architecture/]

© Casa Arnaldo Pomodoro – credit OP-Fot

© Studio Gribaudo – Credit Studio Gribaudo

©Raynaldo Perugini