Mercurio ha trovato un LuOgo sulla Terra
Il progetto musicale
di Chiara Tartagni – foto di Gianluca Gasperoni
Nel nostro sistema solare c’è un pianeta dai molti primati. È il più vicino al sole e dunque il più veloce nel proprio moto di rotazione. È anche il più piccolo, nonché quello con l’orbita in assoluto più eccentrica, ossia meno circolare. È il pianeta che Dante Alighieri associa al Secondo Cielo del suo Paradiso e che ha ispirato la creatività di autori di fantascienza come Isaac Asimov. Il suo nome è quello di un dio romano che a sua volta è diverso da tutti gli altri: è l’astuto messaggero divino, rapido e incostante protettore di commercianti e ladri, ma anche della medicina. Non a caso, nella tradizione astrologica occidentale rappresenta l’intelligenza più agile e critica, così come le abilità comunicative. Oggi il nome di questo pianeta risuona anche a metà della nostra settimana, nel giorno che le culture nordiche hanno dedicato a Odino, padre degli dèi norreni. Un nome condiviso con un elemento argenteo, pesante eppure volatile, il cui simbolo alchemico è la perfetta unione dei tre archetipi Luna, Sole e Terra. Il padre di tutti i metalli, secondo Carl Gustav Jung e i suoi studi sull’alchimia.
Tutto questo risponde alla complessa identità culturale di Mercurio. Il suo nome è ora condiviso da un progetto musicale di natura assolutamente unica. Mercurio ha preso ufficialmente il via con un concerto in anteprima all’interno di LuOgo, in collaborazione con Lugocontemporanea. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Palmeri, che del progetto è una delle anime.
Sei architetto, designer e musicista. Come porti avanti questa tua dimensione creativa multidisciplinare?
Diciamo che si tratta semplicemente della mia natura. Non una modalità che chieda particolari sforzi o fatiche, al di là del tempo da dedicare ad ogni cosa, che, come sappiamo, è l’incubo di tutti. Mentre frequentavo Architettura studiavo composizione. Quando è arrivato il momento ho deciso di non scegliere tra le due cose, ma continuare a portarle avanti insieme.
Com’è nato il progetto Mercurio e che tipo di spirito lo anima?
Questo progetto musicale è nato da uno scambio di messaggi durante il lockdown tra me e Simon Tong, chitarrista di The Verve, The Magnetic North, The Good the Bad & the Queen, Gorillaz, Damon Albarn. Ci presentò qualche anno fa Franco Battiato in una bellissima giornata. Ci siamo detti che ci sarebbe piaciuto scrivere della musica insieme e così è stato. In seguito, ho coinvolto altre persone: Lele Battista, cantautore e polistrumentista che è stato la voce di La Sintesi; Elio Marchesini, percussionista della Scala che ama spaziare dalla musica classica fino alle avanguardie; Patrizio Simonini, compositore e produttore. Ognuno di noi ha portato in questo spirito globale il proprio singolo spirito in estrema libertà. Io stesso ho deciso di abbassare di molto le mie necessità di controllo sulla direzione che i brani avrebbero preso, lasciando che diventassero figli del lavoro di tutti. Mercurio è un disco di ricerca e di crescita, molto interessante credo, di sicuro non nato per lo streaming di massa, anche se non si può davvero mai prevedere l’esito di qualcosa.
Il progetto è stato presentato in anteprima presso LuOgo. La localizzazione ha contribuito alla creazione di un contesto? Come ha influito LuOgo su Mercurio?
Beh, quello di LuOgo è stato di fatto il primo live del gruppo di musicisti afferenti a Mercurio. Per la prima volta il materiale scritto e registrato è stato suonato davanti a un pubblico curioso, attento e selezionato, come si è dimostrato quello di LuOgo. La conformazione circolare del palco, che ci ha permesso di guardarci negli occhi durante tutta l’esibizione, è stata senz’altro un formidabile strumento di unione tra noi.
LuOgo è un’architettura temporanea. Riesci a immaginare quale traccia lascerà dietro di sé?
Credo lascerà memoria e un’eredità virtuosa. Mi auguro che anime sensibili abbiano colto l’importanza e lo spessore di questa iniziativa e che si prodighino affinché possa essere ripetuta di anno in anno.
Se pensi alla forma del cerchio, qual è la prima associazione mentale che ti viene in mente? Architettonica, fisica o concettuale che sia.
Il cerchio è il simbolo del cielo, così come evidentemente dell’unione, dell’insieme. Tra tutte le figure geometriche, è forse quella che si presta più universalmente alla metafora. Non va dimenticato che il cerchio è una delle prime figure ordinate disegnate naturalmente, in modo istintivo, dai bambini.
Ti è piaciuto?
Condividilo sui social oppure compila il breve form qui sotto per iscriverti alla nostra newsletter, in omaggio riceverai la copia integrale di OPENINGS (in pdf) e resterai aggiornato sulle prossime uscite. Non preoccuparti, non ti sommergeremo di email non desiderate e potrai cancellare la tua iscrizione in ogni momento. Per approfondire il tema della privacy e del trattamento dei dati personali, clicca qui >.