Contrasti armonici
Novità in centro storico
di Chiara Tartagni – foto di Daniele Domenicali
Una grande novità formale all’interno di un centro storico e quindi di un contesto tradizionale, che però non rinuncia alla necessità di relazionarsi con esso. È il risultato del progetto di riqualificazione di questo edificio, in prossimità delle storiche mura di Imola nel suo versante orientale. In questa zona, la maggior parte degli edifici risale al XIX secolo, mentre questo specifico fabbricato fu realizzato alla fine degli anni ’50 del Novecento. Quattro piani fuori terra sono direttamente legati al volume inferiore, a sua volta sede di un salone di parrucchieri dalla lunghissima storia.
Proprio la dedizione nei confronti dei clienti, in cerca del miglior comfort e di appagamento estetico, ha portato i committenti a desiderare uno spazio unico ma multifunzionale. L’intervento di ristrutturazione ha quindi previsto l’accorpamento dei due edifici, attraverso la demolizione e successiva ricostruzione del più antico. Il tutto nel rispetto dell’antico sedime e della volumetria, coerentemente con l’obiettivo finale: creare la percezione di un solo edificio, sul quale fosse ben visibile l’espansione dell’attività della committenza, sia nella forma che nelle finiture.
Ecco dunque l’articolazione degli spazi nei diversi piani, così distribuiti: a piano terra è presente il nuovo salone integrato con l’area barber; il primo piano ospita un nuovo centro estetico e una palestra per attività a corpo libero; infine, il secondo e il terzo piano hanno visto nascere due nuovi appartamenti, dominati dalla luce. La progettazione ha dato vita a un disegno elegante, semplice e limpido, in cui il nuovo volume, ovvero il “corpo nero”, si posa lievemente sul corpo più chiaro che era già presente. La struttura trasmette quindi una sensazione di leggerezza e linearità.
Il rivestimento nero in gres porcellanato con grandi lastre ha un doppio, importante ruolo: certamente quello di forte impronta estetica, ma anche quello di sistema di faccia ventilata, indispensabile per la gestione del surriscaldamento durante le stagioni più calde. Il linguaggio architettonico, deciso e privo di qualsiasi afflato nostalgico, si sposa con il fine di dare benessere alle persone che lavorano e vivono nello spazio riqualificato. Nonostante la volontà di costruire un impianto esteticamente ben distinto dagli altri, è stato rigorosamente rispettato lo scenario circostante riprendendo come riferimento l’altezza dell’edificio demolito. L’evocativo contrasto cromatico fra le due sezioni del volume contribuisce a dare la sensazione che l’edificio sia più basso e dunque non invadente rispetto agli altri. Oltre che per le tonalità, primo e secondo livello si distinguono anche per la differenziazione materica.
Si crea così una linea prospettica orizzontale “marcapiano”, che va ad armonizzarsi con quelle degli edifici vicini. La prova che un sapiente gioco di divergenze può fondare l’equilibrio ottimale fra senso estetico e comfort in ogni sua forma.
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